MANOVRA 2024, ADDIO AGLI SCONTI IN FATTURA E CESSIONE DEL CREDITO PER IL SUPERBONU

Si va verso la normalizzazione del Superbonus: con la manovra 2024 sembra che il governo dirà addio allo sconto in fattura e alla cessione del credito. Questa e molte altre novità sono state approvate dal Consiglio dei ministri che si è tenuto nella mattinata di lunedì 16 ottobre.

Superbonus, cosa cambierà con la manovra 2024

Sembra che dal prossimo anno il Superbonus scomparirà dal panorama normativo italiano attraverso la cancellazione della cessione del credito e dello sconto in fattura.

Il governo sarebbe anche interessato a non prorogare il termine di fine anno per il termine dei lavori in condominio (secondo le stime, sarebbero oltre 20mila gli edifici in ritardo sul termine dei lavori).

Si tornerà, quindi, a uno sconto del 50% o del 65%; le detrazioni si potranno spalmare su 10 anni.

Novità importanti, quindi, su un tema delicato come quello dell’efficientamento energetico di cui si discute anche a Bruxelles, in vista del prossimo negoziato (che si terrà probabilmente a dicembre di quest’anno) sulla direttiva Case Green.

Le altre novità della manovra 2024

Tra i 23 e i 15 miliardi di euro, due terzi dei quali in extra deficit: questo l’ammontare della manovra fiscale 2024 che il governo ha approvato durante il Cdm del 16 ottobre. Tra le misure più importanti della nuova legge di bilancio ci sono:

  • taglio del cuneo fiscale: si prevede una revisione al rialzo dell’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti. Il taglio sarà del 6% per i lavoratori con un reddito fino a 35mila euro l’anno e del 7% per quelli con un reddito fino a 25mila euro;
  • mini Ires al 15% per le imprese (9 punti percentuali al di sotto dell’attuale 24%);
  • stop all’acconto di novembre per tutti i lavoratori;
  • decreto anticipi: 3,2 miliardi per finanziare gli aumenti contrattuali ai lavoratori statali;
  • Global minimum tax a carico delle società con almeno 750 milioni di euro di fatturato consolidato;
  • ipotesi aumento della tassa di successione;
  • verso un taglio da 50mila euro di reddito per i bonus fiscali;
  • spending review: taglio del 5% sui fondi dei Ministeri.